Nel mondo, ogni anno, più di 1/3 del cibo prodotto viene buttato o sprecato.
In pratica, ogni anno, circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo vengono buttate, per un valore stimato di oltre 930 miliardi di dollari, in pratica la metà del PIL italiano.
Questo problema dello spreco alimentare riguarda tutti e da vicino in quanto crea un triplice danno: di salute, economico e ambientale.
Nel complesso, l’intero sistema alimentare costa alla società più di 12.000 miliardi di dollari, praticamente, 6 volte il PIL dell’Italia, poco meno il PIL dell’UE e quasi la metà del PIL degli USA.
Per un paragone globale, circa 1/7 del PIL mondiale.
Se consideriamo solo L’Europa, la quantità del cibo sprecato ogni anno ammonta a circa 90 milioni di tonnellate.
Quanto incide lo spreco alimentare sull’ambiente?
Il problema dello spreco del cibo colpisce tutti, anche l’ambiente.
Lo spreco alimentare è quindi responsabile dell’8% delle emissioni di gas serra
Il cibo buttato produce una quantità di oltre 4,4 miliardi di tonnellate di CO2 che vengono riversate nell’atmosfera ogni anno, praticamente il 13% di quelle totali.
Se si considerano tutte le attività legate alla produzione del cibo, allora si supera il 18%, più delle emissioni dell’intero sistema di trasporto mondiale e degli edifici.
Se lo spreco del cibo fosse una nazione, sarebbe al terzo posto per emissioni di CO2, subito dietro a Cina e USA.
Oltre a questo si conta un consumo di acqua pari a 170 miliardi di metri cubi ogni anno, ovvero 170.000 miliardi di litri.
Inoltre, se si considerano tutte quelle attività legate o parallele alla produzione del cibo, quindi la deforestazione la bonifica dei territori per la coltivazione e gli allevamenti, il sistema di stoccaggio, le industrie e il trasporto, consumo acqua e energia, il cibo diventa il secondo settore a livello globale per emissioni di CO2.
E la CO2 emessa dall’intera filiera alimentare è la principale causa dell’innalzamento delle temperature stimato di circa 2 gradi.
Come se non bastasse, nel mondo, le persone che soffrono di fame sono più di 820 milioni e si è calcolato che con il solo cibo buttato ogni anno potremmo sfamare più di 730 milioni di persone; praticamente l’intera popolazione europea, un intero continente!
Infatti, l’ONU, nell’agenda 2030, ha chiaramente detto che lo spreco del cibo e la fame, sono i problemi principali a livello mondiale, in quanto da soli sono le cause di altri effetti negativi e altri problemi a livello globale.
Per questo risolvere lo spreco del cibo permetterà di risolvere anche altri problemi, come: la fame nel mondo, la salute e il benessere, consumo e produzione responsabili, lotta al cambiamento climatico e protezione della vita sulla Terra.
Innegabile che questi porterebbero indirettamente un contributo anche ad altri punti dell’agenda, come la dignità del lavoro e la crescita economica, l0innovazione delle imprese e le città sostemibili.
iThanks ha un obiettivo molto sfidante, quello di ridurre lo spreco del cibo in modo sistematico e costante nella filiera della grande distribuzione prima di tutto, in un secondo momento anche nelle case.
Grazie ai processi di automatizzazione e di analisi, iThanks può realmente ridurre sensibilmente lo spreco del cibo, convertendo la perdita in guadagno e quindi riducendo le emissioni di CO2, lo spreco di acqua, l’inquinamento di plastica e migliorando al tempo stesso la qualità del lavoro del settore della distribuzione, oltre che portare i supermercati e i negozi in una nuova era 4.0!
Lo spreco di cibo in Europa
In Europa, la quantità ammonta a 89 milioni di tonnellate, ovvero a una media di 180 kg pro capite. Lo spreco domestico maggiore pro capite si registra in Inghilterra, con 110 kg a testa, seguono Stati Uniti (109 kg) e Italia (108 kg), Francia (99 kg), Germania (82 kg), Svezia (72 kg).